La digitalizzazione del settore trasporti

di Stefano D’Ambrosio

L’8 e 9 febbraio 2018, si è svolto il 14° convegno nazionale sul Trasporto Pubblico Locale (TPL) organizzato dall’Associazione Trasporti (ASSTRA). Molti i punti di riflessione emersi come la volontà dell’intero comparto di rivoluzionare il sistema della mobilità, in ottica di mobilità ecosostenibile, integrata, sicura e smart.

L’ing. D’ambrosio, nell’articolo scritto per Staffetta Quotidiana, traccia una panoramica sul tema, focalizzandosi sulla digitalizzazione del settore.

 

Il comparto del trasporto pubblico locale si muove verso un concreto cambiamento? Provvedimenti già avviati o programmati dalle Istituzioni ci sono, in particolare il Ministero dei Trasporti sta dando segnali forti di impegno, ad esempio con la stabilizzazione del Fondo Nazionale dei Trasporti (FNT) o con la pubblicazione di un documento strategico per la mobilità “Connettere l’Italia”.

Iniziano ad esserci anche gli investimenti in infrastrutture moderne ed efficienti con criteri di accessibilità, intermodalità e digitalizzazione, con l’intento di puntare su veicoli a basso impatto ambientale (veicoli elettrici e a metano, e nel prossimo futuro anche a idrogeno). Per i mezzi di trasporto su acqua ci si orienta verso i combustibili alternativi come il gas naturale liquefatto (GNL).

Dal punto di vista tecnologico, le competenze non mancano e i margini di innovazione sono enormi, se si considera che solo il 2% dei mezzi di trasporto nazionale oggi sono elettrici o ibridi.

Nel citato documento “Connettere l’Italia” si pone come obiettivo quello di portare il TPL al 40% e la mobilità dolce, ossia pedonale e ciclabile, al 10%. La stabilizzazione delle risorse grazie al FNT consentirà alle imprese una pianificazione di spesa di lungo periodo permettendo un processo di trasformazione del settore.

Oltre alle infrastrutture e al parco mezzi si inizia ad andare verso un processo di digitalizzazione, con la creazione delle piattaforme utili sia all’azienda di trasporto che agli utenti, sia in termini di produttività, che di visibilità, di aumento dei ricavi ed anche in termini di soddisfazione del cliente. Anche per chi viaggia con i mezzi pubblici, di qualsiasi tipologia, la digitalizzazione è preziosa in termini di facilitazione nell’organizzazione del viaggio, prenotazione, pagamento, cambio, intermodalità di trasporto, e sono fondamentali per svolgere efficacemente la propria quotidianità. Di rilievo anche gli aspetti legati al turismo: una piattaforma digitale deve essere multifunzionale, deve fornire informazioni sulle attività che si svolgono nel luogo in cui l’utente si trova (quali musei, cinema, teatro, concerti, ristoranti, palestre etc.).

L’obiettivo è rendere flessibile un sistema come quello del trasporto che di base è “rigido”. Per raggiungere la meta è necessario che la piattaforma digitale includa tutte le aziende di trasporto, che si diano alternative all’utente e la possibilità di scegliere in base ad indicazioni trasparenti, come ad esempio le tariffe etc. Nel contesto della digitalizzazione, un aspetto che assume un ruolo importante è la gestione di un innumerevole quantità di dati, “big data”: si pensi infatti alla quantità di dati che ogni singolo passeggero fornisce all’ azienda di trasporto prenotando un biglietto del treno (email, telefono, carta di credito etc.).

A livello europeo, un esempio virtuoso è la Germania, dove le aziende del TPL, che sono piccole, numerose e in concorrenza, come in Italia, si sono unite e hanno programmato la creazione di una piattaforma condivisa per puntare sulla digitalizzazione. Nel caso tedesco, l’investimento previsto ammonterebbe a 25 milioni di euro per la piattaforma digitale e a 100 milioni di euro per altri investimenti nel settore. Quest’ultimi saranno finanziati direttamente dal governo federale, mentre la prima parte, relativa alla piattaforma digitale, sarà investita con capitale proprio (poiché non possono ricevere finanziamenti pubblici) dalle 38 aziende di TPL. In questo modo, condividendo un progetto comune, ogni singola azienda si sente più sicura e più forte, anche nel proporre l’investimento al Consiglio di Amministrazione. Inoltre, l’unione di piccole imprese rende un progetto maggiormente finanziabile dagli istituti di credito.

Per l’Italia, la sfida consiste nel cogliere le opportunità offerte dalla tecnologia e dalla finanza e dal potenziamento della digitalizzazione per sviluppare il settore dei trasporti in ottica di una mobilità sostenibile costituita, appunto, da piattaforme digitali, veicoli a fonti alternative e sharing mobility. Le aziende del settore devono fare un notevole sforzo imprenditoriale, ma non possono essere l’unico soggetto coinvolto nel cambiamento, la politica deve fornire un sostegno concreto allo sviluppo del settore, e i cittadini devono modificare le proprie abitudini.

È chiaro che una rivoluzione tecnologica di questo tipo richieda forti investimenti, per l’interconnessione tra le principali città italiane e per lo sviluppo delle aree urbane. Dal punto di vista politico e strategico il finanziamento dell’ ”ultimo miglio”, l’alta velocità, il piano città per logistica e trasporti sono le vie da percorrere. È chiaro anche che le aziende di TPL devono diversificare le proprie fonti di finanziamento che allo stato attuale sono fortemente dipendenti dal canale bancario. Esistono alternative di crescente interesse quali i bond, il leasing, il project financing, e i fondi strutturali europei (FESR, PON, POR, FSC, BEI). Ad esempio, sono in crescita i mercati delle obbligazioni verdi (green bond), riservate esclusivamente ad investimenti che hanno un impatto positivo sull’ambiente, che presentano costi interessanti rispetto alle opzioni tradizionali (usati da Trenitalia per la nuova flotta di treni regionali).

Concludendo alcune considerazioni: oltre l’80% degli spostamenti avviene con mezzi propri e secondo gli ultimi dati ACI (Automobile Club d’Italia) è in aumento il numero di immatricolazioni; ma allo stesso tempo si stanno diffondendo i sistemi di mobilità condivisa come il car sharing.

È necessario che anche le aziende di trasporto favoriscano questo cambio di mentalità, del concetto di mobilità, garantendo qualità del servizio, puntualità, pulizia, acquisti smart e personalizzabili anche multimodali.

Nel 2017, secondo dati ASSTRA, circa l’87% delle aziende di trasporto ha chiuso il bilancio in positivo, rispetto al 56% del 2010.

La competitività di un Paese e l’attrattività economica di una città, si misura anche in termini di qualità della mobilità. Investire nel trasporto pubblico locale può portare ad una serie di benefici: attrae le imprese ad investire nella località con infrastrutture e sistemi di trasporto efficienti, aumenta il valore degli immobili (esempio di un appartamento vicino alla fermata metro), aumenta la qualità della vita dei cittadini, riduce le emissioni climalteranti etc.

L’aspetto positivo è che l’intero settore dei trasporti ha la consapevolezza della necessità di intervenire e la volontà a farlo.

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