La diagnosi energetica per i trasporti

di Jacopo Romiti

La norma UNI CEI EN 16247-4 contiene le procedure per la realizzazione delle diagnosi energetiche nel settore dei trasporti applicabili a differenti modalità di trasporto così come a differenti distanze o a cosa è trasportato.

Nell’articolo l’ing. Romiti di FIRE evidenzia come in questo settore l’attività di diagnosi energetica è particolarmente sfidante in quanto la mobilità delle risorse rende più difficoltosa l’organizzazione delle riunioni e l’analisi delle attività. La norma armonizza le procedure per la diagnosi energetica nei trasporti, riuscendo a tenere conto delle specificità del trasporto su strada (in cui i mezzi viaggianti sono numerosi, tra loro simili e frequentemente sostituiti), del trasporto aereo e di quello marino (in cui i mezzi hanno una vita media più lunga).

Leggi tutto

L’efficientamento energetico delle imprese

di Livio De Chicchis

Cogliere il collegamento fra uso razionale dell’energia e core business può cambiare l’approccio all’energy management. Il tema è stato trattato dall’ing. Livio De Chicchis in occasione del seminario Finanziamenti e agevolazioni: transizione energetica e CER, organizzato dalla Camera di Commercio di Firenze. Durante l’evento De Chicchis ha evidenziato che, per operare al meglio, le imprese dovrebbero attivare alcune azioni tra cui: nominare un energy manager, raccogliere i dati energetici di base (bollette, contatori, etc.), investire in monitoraggio e automazione (Transizione 4.0), fare effettuare una diagnosi energetica per individuare i primi interventi da realizzare, adottare un sistema di gestione dell’energia (basi per PMI ISO 50005, aziendale ISO 50001, distrettuale o di filiera ISO 50009), definire una strategia e un piano di azione per l’energia.

Vai alla presentazione L’efficientamento energetico delle imprese

 

 

Certificati Bianchi: proposte e pareri dal tavolo di lavoro FIRE

FIRE ha avviato nei mesi scorsi alcuni tavoli di lavoro con gli associati, nel quale sono stati coinvolti anche diversi stakeholder attivi lato offerta dei certificati bianchi.
Da quello sui certificati bianchi sono emersi pareri e proposte di rilievo. Intanto, si ritiene utile evidenziare che si sono riscontrati negli ultimi anni dei progressi crescenti che hanno consentito di mantenere vivo o risollevare l’interesse degli operatori verso lo schema, grazie a un nuovo modus operandi del GSE. La possibilità di avere un dialogo con il Gestore, anche al di fuori del processo di istruttoria, costituisce ad oggi un aspetto fondamentale e benefico.
La complessità dello schema e dei progetti ammissibili a nostro avviso lascia spazio ad ulteriori iniziative migliorative, alcune delle quali prese in considerazione in questo documento.

Le pompe di calore e le condizioni per accelerarne la diffusione

di Giuseppe Tomassetti

La transizione energetica in atto coinvolge, tra l’altro, le tecnologie del riscaldamento, che hanno una enorme rilevanza in termini di decarbonizzazione e richiedono modifiche nei comportamenti e nell’economia. Ciò porta le istituzioni a chiedere agli operatori contributi di analisi e di previsioni.
In questo articolo, pubblicato nella newsletter di metà maggio, il vicepresidente FIRE Giuseppe Tomassetti focalizza l’attenzione sulle pompe di calore e sulle condizioni per accelerarne la diffusione

Leggi tutto

Uso razionale dell’energia nelle imprese

di Dario Di Santo

Gli interventi di efficienza energetica rappresentano un volano potente per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Oltre ad apportare vantaggi dal punto di vista dei consumi energetici, presentano numerosi benefici non energetici, tra cui il miglioramento dell’appetibilità economica degli investimenti ed una valutazione più opportuna dei rischi connessi all’intervento. Durante il webinar Un intervento, mille benefici, organizzato da FIRE nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2023, si è parlato della metodologia sviluppata nel progetto M-Benefits per supportare di energy manager, ESCO e altri soggetti coinvolti nella proposta di interventi di efficientamento energetico nel comprendere gli effetti di tali soluzioni sul core business. In particolare l’ing. Di Santo ha sottolineato l’importanza di ripensare i prodotti, i processi, il packaging e le relazioni col territorio.

Vai alla presentazione dell’ing. Di Santo e agli atti del webinar Un intervento, mille benefici

 

La diagnosi energetica per gli edifici

La diagnosi energetica consente a un’organizzazione di identificare le opportunità di miglioramento delle proprie prestazioni energetiche, anche come parte di un più ampio sistema di gestione dell’energia. La norma UNI CEI EN 16247-2 (nella versione aggiornata del 2022) costituisce un valido strumento a servizio degli energy auditor e consente di realizzare diagnosi che risultino conformi ai criteri minimi previsti dal D.gls. 102/2014.

L’argomento è trattato dall’ing. Romiti in questo articolo scritto per Ingenio.it

_____________________________________________________________

Principali novità della versione 2022

La versione 2022 della norma ha visto l’aggiunta della definizione di “azione di miglioramento della prestazione energetica” la quale è definita come un’azione, misura o gruppo di azioni e misure implementate o pianificate all’interno dell’organizzazione per conseguire un miglioramento della prestazione energetica attraverso interventi di natura tecnologica, manageriale, operativa, comportamentale o economica. Nell’ambito del contatto preliminare, le finalità per le quali va raggiunto un accordo tra l’auditor e l’organizzazione sono state arricchite dal miglioramento delle condizioni degli ambienti interni dal punto di vista della salute e del benessere per gli occupanti (da conseguire mediante azioni sulla qualità dell’aria, sui livelli di illuminamento ecc.). Inoltre, nella versione 2022, la norma amplia le fasi costitutive del processo di diagnosi aggiungendone due (il piano di misura e il campionamento), particolarmente utili nel caso in cui si renda necessario operare una scelta su quali elementi considerare per assicurare la rappresentatività dell’insieme.

Le variabili in gioco

L’uso e l’operatività di un edificio presuppongono l’erogazione di un certo numero di servizi quali riscaldamento, raffrescamento, umidificazione, deumidificazione, ventilazione, illuminazione, acqua calda sanitaria, sistemi di trasporto (ascensori, montacarichi, scale mobili) e sistemi informativi tra cui sistemi di automazione e di controllo. Tutti questi servizi consumano energia, cui si aggiungono i consumi determinati dalle singole apparecchiature interne all’edificio. Le variabili che influenzano il consumo energetico sono numerose. La norma cita espressamente le seguenti:

  • Condizioni climatiche locali;
  • Caratteristiche dell’involucro esterno;
  • Condizioni ambientali interne di progetto;
  • Caratteristiche e regolazioni dei sistemi tecnici dell’edificio;
  • Attività e processi nell’edificio;
  • Comportamento degli occupanti e regime di funzionamento

Quando si tratta di realizzare la diagnosi energetica di un edificio, la varietà di possibilità che un energy auditor può trovarsi ad affrontare è non banale: si va da situazioni più o meno standardizzate (come nel settore residenziale) a fattispecie bisognose di livelli di dettaglio più elevati come nel caso di strutture ospedaliere, centri sportivi ecc. In generale, la diagnosi energetica può riguardare tutto l’edificio, una parte di esso oppure limitarsi ad alcuni specifici impianti.

Contatto preliminare

Nel contatto preliminare con l’organizzazione, l’energy auditor dovrà farsi carico di identificare le persone che nell’organizzazione si occupano della gestione, dell’uso, dell’operatività e della manutenzione dell’edificio. Parallelamente, andranno concordate le finalità ultime della diagnosi che possono essere:

  • ridurre il consumo energetico e i relativi costi associati;
  • mitigare l’impatto ambientale dell’organizzazione;
  • elevare la qualità della vita degli occupanti negli ambienti interni dal punto di vista del comfort, della qualità dell’aria interna e del livello di illuminazione;
  • adeguarsi alla legislazione vigente per scongiurare l’applicazione di sanzioni o ottemperare ad obblighi volontari;

In questa sede, vanno stabiliti anche i confini della diagnosi energetica, soprattutto se l’organizzazione è proprietaria di più edifici oppure di un edificio molto complesso così da determinare quali edifici o quali parti dell’edificio, quali servizi e impianti sottoporre a diagnosi.

Incontro di avvio

Successivamente al contatto preliminare, ha luogo un incontro di avvio: è in questa fase che l’energy auditor dovrebbe concordare con l’organizzazione aspetti come la durata dei sopralluoghi in sito, il grado di coinvolgimento degli occupanti e i potenziali rischi e pericoli per la salute. A tal fine, l’auditor avrà cura di richiedere al committente i set-point e i limiti operativi delle condizioni ambientali interne (come temperatura, flussi d’aria, qualità dell’aria, illuminazione, rumore) e ogni loro variazione stagionale, il regime di occupazione dell’edificio e le certificazioni energetiche eventualmente esistenti.

Raccolta dati

La raccolta dei dati a valle di questi primi passaggi preliminari dovrebbe essere appropriata allo scopo e al livello di completezza richiesto. Avvalendosi della collaborazione dell’organizzazione, l’auditor cercherà di ottenere dati relativi a:

  1. energia in ingresso, autoprodotta e in uscita per ciascun vettore energetico;
  2. dati sui consumi energetici (o letture con relativo tempo e data) di ciascun misuratore, contatore o sistema di monitoraggio disponibile (misuratore di calore, misuratore di acqua calda sanitaria, misuratore di carburante, contaore bruciatore);
  3. dati da misurazioni individuali, se disponibili;
  4. curve di domanda/curve di carico su intervalli brevi laddove disponibili;
  5. misure rilevanti correlate;
  6. dati climatici (es. temperatura, gradi giorno, igrometria, illuminazione) dal sistema locale di controllo e automazione dell’edificio (BACS), se disponibile;

All’auditor si richiede di ricostruire lo storico dell’edificio, tenendo traccia delle variazioni nei precedenti 3 anni o nel periodo coperto dai dati operativi disponibili, riguardanti:

  1. la forma fisica dell’edificio;
  2. gli spazi – con dettagli dimensionali e di uso;
  3. l’involucro dell’edificio (rinnovamento delle finestre, isolamento aggiunto, ecc.);
  4. i sistemi tecnici dell’edificio e le aree che gli stessi servono;
  5. le disposizioni degli inquilini;
  6. l’occupazione degli spazi (differenti tempistiche di occupazione, comportamento orario prolungato e carichi interni);
  7. il comportamento degli occupanti;

Nel computo delle variabili da considerare andranno aggiunte quelle sul funzionamento e la manutenzione come ad esempio:

  1. eventuali fattori esterni che possono influenzare le prestazioni energetiche dell’edificio (ad esempio ombreggiamento di alberi o edifici adiacenti);
  2. indicazioni dei servizi erogati dall’edificio (ovvero quali ambienti o zone sono riscaldati, raffrescati, ventilati) sulla planimetria dell’edificio;
  3. schemi tecnici dell’impianto edilizio, con indicazione delle eventuali zone di impianto;
  4. diagrammi di controllo e impostazioni;
  5. dati e classificazioni di apparecchi e componenti;
  6. il modello informativo dell’edificio (BIM) e/o i modelli di progettazione dell’edificio, se disponibili;
  7. apparecchiature che consumano energia negli spazi occupati e altri carichi interni

Piano di misura e campionamento

L’energy auditor deve stabilire se le informazioni fornite dall’organizzazione consentono o meno di proseguire il processo di diagnosi energetica e il raggiungimento degli obiettivi concordati. In caso di lacune nei dati, l’organizzazione dovrà reperire i dati mancanti o accettare che l’auditor ricorra a stime per stabilire le variabili rilevanti e i fattori statici, valutare la distribuzione del consumo energetico, definire gli usi energetici significativi e determinare un riferimento energetico iniziale (baseline energetica) da utilizzare per quantificare gli impatti degli interventi di risparmio energetico. L’auditor energetico e l’organizzazione devono accordarsi sul piano di misura da implementare così come su eventuali campionamenti, laddove la complessità dell’edificio costringa a rivolgere l’attenzione ad un ristretto campione di elementi significativi.

Attività sul campo

Le attività dell’energy auditor sul campo prevedono che per ciascun servizio significativo dell’edificio siano valutati l’attuale e il futuro livello di servizio (ad esempio temperatura, umidità, livello di illuminazione, ecc.). Nel corso dei sopralluoghi presso l’edificio, l’energy auditor dovrà avere accesso al sistema di automazione e controllo degli edifici (BACS), alla cabina di alimentazione elettrica e a tutte le apparecchiature, con facoltà di accenderle e spegnerle se necessario. L’analisi dei dati raccolti ha come obiettivo il confronto tra il livello prestazionale effettivo e quello appropriato per ciascun servizio erogato dall’edificio. Il livello prestazionale dei servizi (ad es. temperatura, qualità dell’aria, illuminamento, rumore) non deve in alcun modo essere compromesso dalle azioni di miglioramento proposte.

Analisi

L’analisi delle azioni di miglioramento deve considerare le interazioni che i diversi impianti hanno tra di loro, con l’involucro dell’edificio e con l’ambiente esterno. Ad esempio, la sostituzione dell’illuminazione può ridurre gli apporti termici gratuiti con conseguente incremento del fabbisogno di riscaldamento e riduzione del carico di raffrescamento. Allo stesso modo, la sostituzione degli infissi potrebbe aumentare la sicurezza degli occupanti. La rappresentazione dei dati segue il criterio della ripartizione per ciascun vettore in termini di consumo, costo ed emissioni specifiche.

Rapporto e incontro finale

Rispetto all’individuazione delle azioni di miglioramento, la norma suggerisce all’auditor di identificarle secondo la propria esperienza, il confronto con valori di riferimento disponibili in letteratura e sulla base della vetustà e delle condizioni manutentive dell’edificio e degli impianti. Le azioni di miglioramento possono riguardare sia l’introduzione di nuove tecnologie (a sostituzione di quelle esistenti) sia l’applicazione di buone pratiche comportamentali da parte degli occupanti. Per ciascuna azione suggerita, l’auditor dovrà svolgere un’accurata analisi tecnico-economica per stabilire la fattibilità pratica delle azioni e la loro sostenibilità finanziaria.

Migliorare gli edifici conviene

di Dario Di Santo

Negli edifici viviamo. Renderli più sicuri, resistenti, confortevoli, accoglienti e sostenibili dovrebbe essere naturalmente una priorità. Economicamente conviene? Ad una semplice analisi costi-benefici sull’intervento non così tanto, ma tipicamente sì se si interviene quando occorre farlo. E poi ci sono gli effetti positivi di filiera, a patto di mettere in campo politiche adeguate.

Il tema è stato affrontato dal direttore FIRE in occasione dell’evento “Le energie per la Sicilia”

Vai alla presentazione Migliorare gli edifici conviene