di Antonio Lumicisi – Esperto di politica su ambiente, energia e clima
In Italia abbiamo superato i tre mesi di confinamento forzato. Tra i vari effetti abbiamo avuto una riduzione dei consumi. Il governo sta spingendo maggiormente su una nuova politica energetica finalizzata alla massima efficienza e le città, quindi i Comuni con i propri Sindaci, rappresentano gli enti territoriali più vicini al cittadino, con maggiore forza per dialogare sul territorio e contribuire a quella modifica dei comportamenti individuali che rappresenta, sempre di più, l’unica strada da seguire per cercare di affrontare seriamente l’emergenza climatica. E’ il momento che ognuno faccia la propria parte, a partire dal Governo centrale che deve indirizzare le proprie politiche di sviluppo verso quei settori che più di altri potrebbero giocare un ruolo essenziale nella ripartenza sostenibile del Paese.
L’articolo di Antonio Lumicisi.
In Italia abbiamo superato i tre mesi di confinamento forzato che, forse, col termine inglese lockdown ci fa meno paura o ce lo ha fatto accettare meglio. Tra le conseguenze, anche una riduzione dei consumi energetici che avremmo voluto fosse scaturita dall’attuazione di una nuova politica energetica finalizzata alla massima efficienza in tutti i settori ed ambiti, invece che da un forzato azzeramento. Il governo nazionale sta affrontando la questione e sono certo che specifiche misure per le comunità locali saranno presto adottate, oltre a quelle già in essere. A livello mondiale, nelle città vive oggi oltre il 50% della popolazione (che salirà al 66% nel 2050), si produce l’80% del PIL e, non ultimo, si emettono i tre quarti delle emissioni di gas climalteranti dovute ai consumi finali di energia. Dal punto di vista amministrativo, inoltre, le città, quindi i Comuni con i propri Sindaci, rappresentano gli enti territoriali più vicini al cittadino, con maggiore forza per dialogare sul territorio e contribuire a quella modifica dei comportamenti individuali che rappresenta, sempre di più, l’unica strada da seguire per cercare di affrontare seriamente l’emergenza climatica. I Comuni che già da diversi anni si sono avviati sulla strada della sostenibilità e, di conseguenza, anche sulla resilienza dei propri territori nei confronti degli effetti del cambiamento climatico, in qualche modo stanno resistendo meglio. Anche se è difficile fare previsioni, per loro potrebbe essere più facile adattarsi alle nuove condizioni che lo scenario post-Covid19 ci lascerà.
E’ il momento quindi che ognuno faccia la propria parte, a partire dal Governo centrale che deve indirizzare le proprie politiche di sviluppo verso quei settori che più di altri potrebbero giocare un ruolo essenziale nella ripartenza sostenibile del Paese. Con il decreto legge Rilancio che prevede, tra gli altri, una detrazione fiscale del 110% per alcuni interventi, ci saranno ottime occasioni di ripresa. Occasioni che gli enti locali non devono farsi sfuggire, lavorando al fine di coinvolgere l’intera cittadinanza affinché sfrutti questa occasione anche per ottemperare alle azioni ambiziose inserite all’interno dei propri Piani di azione per l’energia sostenibile e il clima (Paesc), previsti nell’ambito dell’attuazione del Patto dei Sindaci. Ovviamente, la norma appena varata non è perfetta in quanto non esiste la norma perfetta e sarà cruciale affrontare e risolvere velocemente alcune criticità emerse non appena è stato reso noto il testo della misura. Questa è l’occasione che si attendeva da anni, non sprechiamola!
FIRE ha organizzato un corso intensivo dove sarò docente, che si terrà il prossimo 6 luglio, dedicato proprio al ruolo delle città nella lotta al cambiamento climatico. Nel corso dell’evento si affronteranno le tematiche principali inerenti la redazione di un Paesc, dalla pianificazione delle azioni alla loro attuazione e rendicontazione con una disamina anche delle migliori esperienze a livello nazionale ed europeo.