Pensieri notturni sul 110%

Giuseppe Tomassetti

Ieri sera rileggevo l’articolo di Dario “Risorse per la ripresa, ma non crediamo all’albero degli zecchini d’oro”, così non riuscivo ad addormentarmi, avevo in mente alcuni commenti e considerazioni. Stamattina alle 6 e 45 sono alla tastiera.

Il mio parere è molto più negativo del suo, il provvedimento è velleitario nelle intenzioni e corruttivo nella applicazione.

Da quel poco che ho letto sulla decisione del recovery found proposto dalla UE per Italia ci sono due obbiettivi strategici:

-riforma della giustizia civile in qualità e tempi,

-riforma per l’efficienza nella PA.

Senza la prima gli imbroglioni e gli azzeccagarbugli hanno sempre la meglio, senza la seconda nessuna buona proposta raggiunge i risultati previsti. Si vede che Gentiloni ha rielaborato la sua esperienza di governo: senza tanti soldi con input esterno l’Italia non esce dalla stagnazione.

Sono d’accordo che va data priorità al settore civile ma questo non significa concentrarsi sulle abitazioni; quelli che ho portato con me ad Hannover per la fiera, andando non in alberghi ma presso famiglie, ricorderanno stanze piccole, soffitti bassi, impianti a vista ben fatti ma spartani, tanta plastica ma pochissima pietra o ceramica, metro capillare, cura dei dettagli, lo sportello ferroviario di Amburgo che ci vendette anche il biglietto per la fiera.

Le nostre residenze sono un esempio di quello chiamato da Ricolfi “società signorile di massa” versione ultima del più vecchio “i frati sono ricchi ma il convento è povero” case di marmo ma strade con le buche e nessuna metro, 2400 miliardi di debito pubblico ma 4300 miliardi di ricchezza finanziaria delle famiglie. Poi per raccogliere la frutta e assistere gli anziani nelle loro vecchie case di proprietà (75%) dobbiamo chiamare gli immigrati. Se il Comune di Roma predispone un solo punto per 3 milioni di abitanti dove andare a pagare le multe, la risposta non può essere l’incentivo per andarci con l’auto elettrica caricata col fotovoltaico. Ritengo che la priorità nel settore civile si trovi nelle infrastrutture delle città, metro, rifiuti, istruzione nelle varie età; interi quartieri anni 50-60 sono da riedificare e questo perché famiglie più piccole, singoli, richiederebbero case diverse da quelle della tradizione, i risultati dell’alta velocità ferroviaria indicano che è possibile modificare settori incancreniti.

Rimanendo sulle residenze chi si è occupato di monitorare i consumi per valutare l’efficacia degli interventi? Il documento di Perrella (a quel tempo all’ENEA) sull’analisi dei consumi del settore è degli anni 80; chi ha valutato i contenuti dei milioni di APE? Si recitano i dati UE sull’importanza del cappotto sugli edifici ma chi ha analizzato i risultati ottenuti dagli interventi effettuati qua e là in questi 40 anni? Senza misure e senza dati come si decide? Si sono creati tanti piccoli rivoli di finanziamenti non correlati né con la domanda (vedi i finanziamenti per le spese sanitarie delle imprese esauriti in pochi secondi) né con i benefici attesi.

Anni fa facemmo una rapida valutazione sul costo per lo Stato (la collettività) delle detrazioni fiscali al 50%, andando vicino ai risultati dello studio ANCE: con quel livello di detrazioni i benefici possono superare i costi. Passando al 110% tutto cambia, però: su che basi è stato deciso di portare la detrazione a tale valore? Quanto debito si genererà e quante risorse sono state bloccate per assicurare una durata tale da portare i benefici auspicati? Si è valutato il costo dei prevedibili stop and go e il rischio che gli elettori si sentano truffati? Non si ricorda cosa è accaduto con il conto energia fotovoltaico o le lampadine nei TEE?

Queste le mie considerazioni notturne, che con il venir del giorno sembrano sempre più convincenti.

Aggiungi ai preferiti : permalink.

I commenti sono chiusi.