di Livio De Chicchis
In attesa del 14 giugno, giorno della storica Conferenza FIRE dedicata ai certificati bianchi, l’ing. De Chicchis descrive in questo articolo cosa prevede il decreto direttoriale 3 maggio 2022 che contiene la guida operativa per la presentazione dei progetti nell’ambito del meccanismo dei TEE.
Con la pubblicazione della guida operativa si conclude questa opera di manutenzione straordinaria del meccanismo esistente, in attesa del decreto sulle aste, anch’esso in ritardo in termini di emanazione. Si apre ora una fase cruciale nella quale si dovranno trasformare i timidi segnali di ripresa di quest’ultimo periodo in una marcia a velocità di crociera che riconduca gradualmente lo schema in equilibrio.
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È stato finalmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto direttoriale 3 maggio 2022 che contiene la guida operativa per la presentazione dei progetti nell’ambito del meccanismo dei TEE. Il decreto include i seguenti documenti:
- chiarimenti operativi per la presentazione dei progetti;
- guide settoriali;
- tabella aggiornata dei progetti ammissibili;
- chiarimenti relativamente agli interventi ammissibili;
- tabella aggiornata dei progetti non ammissibili;
- schede di progetti a consuntivo.
Al netto di un allargamento degli interventi ammissibili tabellati e all’aggiunta delle guide settoriali per il settore dei trasporti e della pubblica illuminazione, spunti interessanti sono da ricercare all’interno dei chiarimenti operativi che permettono di fare luce e applicare con maggior chiarezza le novità introdotte ormai quasi un anno fa dal decreto ministeriale 21 maggio 2021 di aggiornamento delle linee guida del meccanismo. A partire dai progetti di efficientamento integrato, per i quali vengono forniti dei possibili casi di applicazione a corredo della definizione inserita nel D.M.: la sostituzione di un componente in una linea abbinato all’installazione di un sistema di controllo della linea stessa può ad esempio ricadere all’interno di questa casistica, così come anche eventuali interventi non ammissibili (es. inverter) qualora realizzati congiuntamente ad altri interventi ricompresi nella suddetta tabella.
Un’importante discontinuità è stata adottata per quanto riguarda la data di avvio dei progetti, spesso uno dei talloni d’Achille degli operatori nella presentazione delle istanze. Per avviare la realizzazione dei lavori non sarà infatti più obbligatorio attendere la trasmissione del PC o PS, ma basterà inviare una comunicazione preliminare al GSE con impegno a sottomettere il progetto vero e proprio entro 24 mesi da questa. Coloro i quali hanno quindi urgenza di iniziare i lavori ma, ad esempio, non hanno ancora a disposizione tutte le misure ante-intervento, possono comunque procedere comunicando al GSE la volontà di accedere al meccanismo corredata da una breve descrizione dell’intervento pianificato. Per dipanare eventuali dubbi sull’ammissibilità di un progetto in termini di algoritmo di calcolo dei risparmi e programma di misura è invece prevista la possibilità di trasmettere una richiesta di valutazione preliminare prima dell’avvio dei lavori: questa, oltre a rappresentare una buona occasione di confronto tecnico con il GSE (e sappiamo quanto ce ne sia bisogno, vista la complessità dell’efficienza energetica…) consente di ridurre, se non azzerare, il rischio per il proponente di vedersi rigettato il progetto.
Luci ed ombre coesistono invece sulla definizione dei consumi di baseline ante-intervento. Da un lato si è cercato infatti di semplificarne la definizione e di derogare ai 12 mesi di misure ex-ante adottando il consumo di riferimento della tecnologia come baseline qualora questo sia inferiore al consumo nella configurazione precedente. È però altrettanto vero che una maggiore flessibilità potrebbe essere concessa in linea con i principi dell’IPMVP, basati sull’accuratezza e la prudenza nella misura e verifica dei risparmi energetici. Continuiamo ad auspicare che in futuro questo approccio possa essere integrato nelle linee guida ministeriali (D.M. 11 gennaio 2017).
Una novità riguarda le schede di progetti a consuntivo, fanno parte delle misure di supporto previste dalle linee guida, e contengono delle indicazioni utili in termini di individuazione dell’algoritmo di calcolo dei risparmi, del consumo di baseline e della documentazione da trasmettere: queste possono contribuire in maniera positiva a stimolare l’offerta di titoli, al pari della guida settoriale prodotta per il settore dei trasporti, finora risultato sostanzialmente avulso dal meccanismo.
Con la pubblicazione della guida operativa si conclude questa opera di manutenzione straordinaria del meccanismo esistente, in attesa del decreto sulle aste, anch’esso in ritardo in termini di emanazione. Si apre ora una fase cruciale nella quale si dovranno trasformare i timidi segnali di ripresa di quest’ultimo periodo in una marcia a velocità di crociera che riconduca gradualmente lo schema in equilibrio.
FIRE sostiene da sempre questo tema. La tradizionale conferenza sui certificati bianchi – che quest’anno torna finalmente in presenza a Roma il prossimo 14 giugno – offrirà l’opportunità di fare il punto con istituzioni e stakeholder sullo stato di salute dello schema, oltre che di illustrare in dettaglio le ultime novità. Vai al sito della conferenza www.certificati-bianchi.com