Le sfide regolatorie del futuro, demand response, povertà energetica

Intervista a Stefano Besseghini, Presidente ARERA

In un’intervista rilasciata a Gestione Energia – rivista FIRE – il Presidente di ARERA parla degli strumenti e delle azioni che l’Autorità può mettere in campo al fine di contribuire al raggiungimento degli obiettivi per il 2030. Altri temi trattati riguardano le comunità energetiche e la possibilità di scambio fra gli utenti nei condomini e in realtà commerciali ricomprese in un edificio, il demand response, gli oneri di sistema  e la povertà energetica.

 

 

 

  • Secondo lei quali sono le principali sfide regolatorie per raggiungere in Italia gli ambiziosi obiettivi (tra cui quelli legati all’efficienza energetica e alle fonti rinnovabili) da poco fissati dal Parlamento Europeo per il 2030?

Il Collegio che presiedo si trova a dover affrontare in generale la sfida di farsi interprete del giusto bilanciamento tra governo della transizione e garanzia dell’esistente, coniugando la stabilità regolatoria con l’accortezza che essa non diventi al tempo stesso motivo di rigidità per le opportunità che l’avanzamento della tecnologia o del business model di riferimento potrebbe determinare. Gli obiettivi per il 2030 sono ambiziosi e tutti i soggetti interessati dovranno impegnarsi con convinzione per consentire all’Italia di raggiungerli, come avvenuto per quelli 2020. Nei limiti delle competenze dell’ARERA penso ci siano alcuni strumenti e azioni che è possibile mettere in campo per la transizione energetica e per efficientare il sistema. Il sostegno ai rifacimenti degli impianti esistenti, che costituiscono lo strumento di innovazione più immediato e semplice, può essere la prima strada percorribile. Bisogna poi curare la geografia della rete, ossia una localizzazione dei nuovi impianti che tenga conto dell’attuale situazione delle reti di trasmissione e distribuzione, pur con l’impegno a migliorare le infrastrutture esistenti. Inoltre, sarà necessario studiare il possibile apporto che le fonti rinnovabili possono dare a un migliore funzionamento del sistema elettrico per esempio in termini di bilanciamento. Infine, bisogna fare uno sforzo anche interistituzionaleper lo snellimento degli iter burocratici.

  • Nella nuova direttiva sulle fonti rinnovabili vengono introdotte le comunità energetiche e la possibilità di scambio fra gli utenti nei condomini e in realtà commerciali ricomprese in un edificio. Avete già un’idea di come affrontare questo cambiamento e di cosa possa comportare per i consumatori finali?

Al riguardo appare importante che in sede di recepimento della direttiva RED II si precisi che l’autoconsumatore di energia rinnovabile operi entro un unico sito dai confini definiti escludendo altri siti. I benefici tecnici che ne derivino possono giustificare la revisione delle modalità applicative delle componenti tariffarie variabili di trasmissione e distribuzione, affinché la regolazione sia il più possibile cost reflective. L’applicazione delle componenti tariffarie a copertura degli oneri di sistema dovrebbe invece essere  analizzata nell’ambito della richiamata e auspicabile più ampia revisione delle modalità di trasferimento di tali oneri sui clienti finali.  Un esempio: nel caso di autoconsumatori che agiscono collettivamente in edifici o condomini, dovrà essere preservato il diritto del cliente finale di scegliere il proprio venditore e poi riconosciuto a un referente il maggior valore dell’energia elettrica autocnosumata.

  • Un’indagine FIRE condotta fra energy manager e soci sul demand responsee PPA ha evidenziato un quadro duplice: da un lato metà dei rispondenti non sa di cosa si tratti, dall’altro chi conosce i temi vede interessanti prospettive. Quali sono le direzioni di sviluppo regolatorio su questo tema?

Siamo concordi nel dire che i PPA per impianti da fonte rinnovabile siano strumenti interessanti, ma l’ARERA, come spiegato nel parere che abbiamo dato al decreto Fer, suggerisce di non introdurre né una piattaforma di scambio né modelli standard, ma di lasciare alle parti la definizione di uno strumento contrattuale che può anche essere molto complesso e avere specificità diverse da caso a caso. Per la peculiarità, la complessità e, presumibilmente, la scarsa numerosità di queste contrattazioni, appare preferibile promuovere l’incontro bilaterale tra le parti, eventualmente previa manifestazione pubblica – per esempio, sul sito internet del Gse, in quanto soggetto che rilascia le qualifiche – dei produttori interessati a contrattazioni di lungo termine dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Secondo l’Autorità, più che i PPa, sono le aste con orizzonti temporali sufficientemente lunghi il principale, ed efficiente in termini economici per il sistema, strumento per consentire il raggiungimento degli obiettivi sfidanti che il sistema europeo si è posto. Per quanto riguarda la tematica che va genericamente sotto il nome di demand response, essa è coinvolta in diversi dossier, come i progetti pilota sul dispacciamento. Riteniamo che progettare virtuosamente la partecipazione attiva della domanda sia un aspetto di deciso interesse per il sistema elettrico del futuro.

  • Presidente, a fine novembre l’ARERA ha partecipato alle audizioni alla Camera sugli oneri di sistema. Quali sono le criticità che ravvisate?

Negli ultimi 8 anni abbiamo assistito a notevoli mutamenti in relazione al dimensionamento degli oneri generali per il settore elettrico. Da un lato, la necessità di gettito per le diverse finalità di incentivi e coperture è andata progressivamente aumentando, soprattutto in relazione alla crescita più che significativa degli oneri per il sostegno alle fonti rinnovabili. Dall’altro lato, come conseguenza dell’aumento del peso degli oneri, la spesa media annua del cliente domestico tipo ha subito un analogo incremento, incidendo sempre più sulla spesa media annua complessiva per la fornitura di energia elettrica. Ciò ha messo in discussione il relativo sistema di riscossione, con particolare riferimento alle attività previste per l’esazione, alla conseguente presenza di garanzie a carico dei venditori e all’utilizzo della bolletta quale strumento per raccogliere il gettito necessario. Per contro, si deve dare atto come l’attuale sistema di riscossione abbia consentito di garantire il gettito necessario per gli oneri generali senza gravare in modo rilevante, nei casi di inadempimento dei clienti finali o dei venditori, sui clienti adempienti.

 

  • Cosa proponete quindi?

La soluzione naturale per il superamento di queste criticità è rappresentata dal trasferimento dei medesimi alla fiscalità generale, gradualmente, a cominciare dagli oneri non direttamente connessi ad obiettivi di sviluppo ambientalmente sostenibile, provvedendo al relativo finanziamento tramite l’istituzione di un apposito Fondo da gestire secondo le regole di finanza pubblica, e pertanto, escludendo tali importi dalle bollette. Ne beneficerebbe la comprensione della bolletta del cliente e renderebbe il mercato retail maggiormente coerente con le evoluzioni attese, facendo salvo l’attuale sistema di garanzie. Il venir meno, tra gli importi fatturati, degli oneri generali determinerebbe, infatti, che le garanzie, così alleggerite dagli oneri di sistema e relative al solo servizio di trasporto, potrebbero essere quantificate in modo tale da coprire interamente gli importi dovuti nei casi di inadempimento del venditore, ponendo in tal modo in sicurezza il sistema e diminuendo l’impegno richiesto agli operatori.

  • A proposito di povertà energetica, citata anche dalle direttive, qual è al momento la situazione dal punto di vista regolatorio e quali le opzioni disponibili?

Da tempo l’ARERA sta lavorando con Governo e Parlamento e le altre istituzioni coinvolte al fine di semplificare la richiesta e l’ottenimento del bonus sociale, per consentire alle famiglie di beneficiarne, soddisfatte le condizioni previste, in modo automatico. In questo modo andremmo ad incidere significativamente sul delicato tema della povertà energetica delle famiglie, risollevando le basse percentuali di utilizzo del bonus luce e gas, ferme da anni ad un terzo degli aventi diritto.

Più in generale poi dobbiamo considerare che in termini di strumenti e possibilità stiamo vivendo uno straordinario momento di evoluzione. Se infatti il meccanismo del bonus è tuttora importante, ad esso si possono affiancare le possibilità offerte dalla digitalizzazione, con nuovi strumenti che potranno essere in grado di intercettare i bisogni dei consumatori, anche in termini di risposta ai temi della povertà energetica.

 

 

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