“potenziale contributo (inascoltato)”
Roberto Gerbo, Esperto in Gestione Energia certificato SECEM
Nel 2015 nell’ambito di un progetto innovativo (“LOCALES: l’analisi della spesa energetica dei comuni strumento di riduzione dei consumi e contenimento della bolletta energetica”) ho individuato una base dati, a libero accesso, della spesa per le PA (fonte: SIOPE della Ragioneria dello Stato, alimentato mensilmente dalle PA: Regione, USL, Città metropolitana, Comuni, ecc.) che dispone di una articolata ripartizione della spesa pubblica (personale, energia, manutenzioni, rifiuti, ecc.), scaricabile via web.
Per considerare, per quanto possibile, le differenze di servizi energetici nei Comuni, specie per riscaldamento (gestione tradizionale, gestione calore, EPC, ecc.) si sono considerate più voci della suddetta ripartizione.
Per le spese energetiche del 2014 risultò una spesa annua di baseline a livello nazionale di 3263 milioni di € (stimabili pari a circa 3.000.000 tep), pari a circa 65 €/abit*anno, con valori medi regionali compresi tra 45 e 120 €/abit*anno di per se poco significativi.
I dati in SIOPE per i Comuni vengono sono proposti suddivisi per range di abitanti:
- 2000-4999 abitanti
- 5000-9999 abitanti
- 10000-19999 abitanti
- 20000-60000abitanti
- 60000-25000 abitanti
- >250000 abitanti
Utilizzando i dati di altre fonti (es. popolazione ISTAT, zona climatica, comune ordinario o montano/litoraneo, ecc.) per i comuni è possibile ulteriormente articolare i range e parametrizzare le spese, ottenendo spese unitarie caratteristiche (€/abit*anno). L’elevato numero di dati per ogni range suddetto ammette un trattamento di tipo statistico ordinario: definizione di VALORI MEDI UNITARI (VMUe relative oscillazioni: varianza, ecc.) che costituiscono dei veri e propri benchmark o meglio dei KPI (in visione EGE).
La riduzione % di tali VMU consente di individuare i target obiettivo, che, confrontati con il parametro corrispondente del singolo comune, consentono di individuare casi critici da sottoporre ad approfondimenti ulteriori. In questo tipo di preanalisi, cautelativamente, si può accettare una % di oscillazione ampia (usato +/-30%) dei parametri del singolo Comune, per assorbire anche variazioni dovute a servizi differenti.
L’applicazione della metodologia suddetta ha consentito una analisi più mirata e l’ individuazione dei casi critici. Si riporta a titolo di esempio uno dei report regionali confrontato con target relativo:
Consumi elettrici comuni in zona climatica E
Le analisi dettaglio vari range per ogni Regione evidenziano la polverizzazione dei parametri dei singoli Comuni, con molti Comuni oltre i target+30%, ma anche molti comuni sotto target a conferma indiretta della validità del target adottato. E’ opportuno considerare 2 insiemi, i comuni tradizionali e i comuni litoranei/montani*, con obiettivo i target maggiorati del 30%, supponendo un raggiungimento parziale dell’obiettivo (cautelativamente 2/3 per comuni ordinari e 1/3 comuni litoranei/montani) e senza considerare che anche molti comuni sotto target di poco possono attivare azioni di miglioramento, il risparmio annuo stimabile totale realizzabile nel breve/medio periodo si può valutare un saving nazionale (energeticamente dell’ordine dei 500.000 tep/anno) >500 mln €/anno (15% della spesa totale), valore che oggettivamente merita attenzione in ottica spending review.
In successive diagnosi energetiche a tavolino sviluppate sul dettaglio delle spese energetiche in circa 15 Comuni dell’area torinese, le suddette valutazioni hanno trovato ampia conferma, in generale risultando molto cautelative, quindi certificando indirettamente nella realtà la validità della macro analisi di tipo statistico con il metodo suddetto. Esso consente la definizione di un primo livello di costi bench/target sulla cui base sviluppare per successive approssimazioni la “spending review” nei comuni, partendo da individuazione potenziali comuni con spese energetiche unitarie parametriche significativamente più elevate. Si evidenzia l’efficacia di fornire a tali comuni la quantificazione del consistente scostamento di spesa procapite, anche con possibilità di confronto del singolo comune con quelli della propria zona aventi caratteristiche confrontabili: grafici a polverizzazione.
In conclusione una analisi di un EGE applicata a spesa energetica dei comuni ha permesso di definire una metodologia che si ritiene replicabileanche ad altri perimetri (Regione, USL, Città metropolitana, ecc.) e, eventualmente con minimi aggiustamenti, alle altre voci di spesa delle PA oggetto di rendicontazione su database SIOPE. In tale ottica,titolo di esempio, si riporta un semplice esercizio sviluppato per spese 2017 su alcune Città Metropolitane (estratto):
RIFLESSIONI DI UN EGE
Nonostante la metodologia e i risultati della analisi siano stati segnalati a vari livelli delle istituzioni (MISE, Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Comune di Torino), a esponenti politici responsabili della amministrazione dal 2015 in poi e a varie testate giornalistiche e televisive, non si è avuto riscontro di interesse, ecco perché “potenziale contributo (inascoltato)”. Considerato che l’approccio adottato è riconducibile ai criteri generali previsti per le diagnosi energetiche per multisito, quali sono i Comuni e le PA, e viste le conferme nelle analisi presso singoli Comuni, è doveroso professionalmente interrogarsi sulla scarsa ricettività della proposta, specie in un contesto di scarso o assente presidio della spesa pubblica, a fronte di proclami quotidiani in senso opposto ma con scarsi risultati pratici. Ovviamente non sta a chi è parte in causa come lo scrivente dare giudizi definitivi, si preferisce lasciare al lettore trarre personali conclusioni, segnalando alcune possibili opzioni (di certo un elenco non esaustivo) e relative controdeduzioni:
- le istituzioni e i media suddetti hanno sistemi più efficienti ed efficaci da applicare, il metodo non è valido (ma allora perché di fatto la spending review non decolla? perchè nei casi reali funziona?)
- la metodologia relativamente semplice e immediata viene considerata non sufficientemente di immagine verso un modo esterno che a livello di comunicazione si aspetta sempre pompose proposte (inoltre forse costerebbe poco …?.)
- i responsabili della spending review volano alto e, come si vede in TV, non scendono a questo dettaglio (per risparmiare veramente forsenonoccorre scendere nel dettaglio reale, sporcarsi le mani come farebbe un buon padre di famiglia per lasua famiglia?)
- un tecnico della gestione energetica non può proporre soluzioni economiche (ci vuole un luminare della economia?)
- i responsabili delle Amministrazioni non sono in grado di attuare metodologie del tipo o applicarle è più faticoso, meno di immagine e necessita di autocritica (perché comporta la ammissione di anni di gestione inefficiente?)
- ……
A voi il giudizio e la scelta, ma visti i chiari di luna correnti su debito pubblico e relativi richiami UE, si può a ragione dire come cittadino e forse anche come EGE “io speriamo me la cavo…..”
*potenzialmente possono avere strutture turistiche: seconde case, alberghi, parchi, ecc. e strutture come la IP dimensionate per periodi di presenze periodi vacanza; per i quali la parametrizzazione riferita agli abitanti residenti non può essere confrontata con la parametrizzazione di quelli ordinari