Il nuovo governo, il decreto energivori ed il finanziamento ai progetti di efficienza energetica

di Dario Di Santo

FIRE partecipa regolarmente ad audizioni e tavoli di lavoro istituzionali dove la Federazione riporta anche i pareri e le esigenze dei suoi associati. In un’intervista pubblicata sul numero di giugno 2018 di Gestione Energia, il direttore FIRE parla di come la politica dovrebbe spingere verso determinate iniziative nel settore dell’efficienza energetica.

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1) Nelle attività della FIRE rientra la partecipazione ad audizioni e tavoli di lavoro istituzionali presso le commissioni parlamentari, i ministeri competenti, l’ARERA, i comitati normativi nazionali ed europei, dove la Federazione riporta anche i pareri e le esigenze dei suoi associati. Sempre tenendo presente gli input provenienti dai soci, cosa chiederebbe FIRE al nuovo governo?

La FIRE ha sempre fatto del contatto e del confronto continuo con soci ed energy manager un suo punto di forza. Per quanto negli anni si siano adottati gli strumenti dell’era ICT, spesso in anticipo sui tempi (pensiamo al portale web o ai webinar), continuiamo a credere in un dialogo vero e articolato, troppo spesso sacrificato oggigiorno al bipolarismo e alla superficialità dell’era social. Questo contatto con la realtà, oltre a trasferirsi in supporto alla nostra rete, è sempre stato usato per confrontarsi con le istituzioni di riferimento al fine di promuovere un miglioramento del quadro legislativo, regolatorio e di normativa tecnica. Continueremo a farlo, confidando di trovarci di fronte a persone disposte all’ascolto.

La posizione di FIRE per la promozione dell’efficienza energetica è chiaramente descritta nel documento “Proposte per lo sviluppo dell’efficienza energetica in Italia” disponibile su http://www.fire-italia.org/. Quello che chiediamo alla politica è di adottare un approccio sull’uso delle risorse energetiche e non al passo con le sfide di questi tempi, non solo climatiche, ma anche industriali, sociali e demografiche. Non si tratta tanto e solo di razionalizzare i consumi energetici nelle imprese e nelle famiglie, ma di ripensare il nostro quotidiano, prodotti e servizi, logistica e spostamenti per consentire di migliorare le condizioni di vita nostre e degli altri Paesi.

Negli ultimi anni si è fondamentalmente cercato di rallentare il travolgente sviluppo di efficienza energetica e fonti rinnovabili avviato nel precedente periodo di incentivazione pazza. Una politica dissennata che ci ha prima gravato di oneri consistenti e poi privato dei possibili ritorni economici, mettendo in difficoltà le imprese nate e cresciute grazie ai generosi incentivi. Misure retroattive che hanno colpito soprattutto conto energia, certificati verdi e certificati bianchi. La priorità è dunque imparare dagli errori del passato per definire finalmente delle politiche lungimiranti e fondate con un’ottica di lungo periodo. In particolare, sarà importante evitare la tentazione di investire pesantemente su soluzioni in fase di industrializzazione iniziale con orizzonti di sviluppo ancora poco chiari nel tumulto tecnologico che ci circonda.

Ci aspettano infatti sfide onerose e complesse, come la riqualificazione spinta del patrimonio edilizio, la trasformazione del settore energetico e la rivoluzione del settore trasporti, e saranno richiesti spirito innovativo, persone capaci nei posti chiave, ma anche buon senso e capacità di dialogo con tutti gli stakeholder, un elemento purtroppo negletto negli ultimi anni.

2) Il nuovo decreto energivori avrà effetti sul costo dell’energia e quindi, presumibilmente, sugli investimenti in efficienza energetica. FIRE ha recentemente svolto un’indagine sul tema. Può fornire alcuni dettagli?

FIRE è stata sempre critica sul concedere agevolazioni alle imprese energivore non accompagnate da una qualche forma di impegno per le imprese stesse a investire nell’efficienza energetica. La riduzione dei costi energetici, infatti, riduce per queste imprese la convenienza ad intervenire. L’indagine della FIRE mostra una leggera differenza nella percezione dell’impatto delle agevolazioni sui futuri investimenti fra gli energy manager delle imprese (che pensano che l’effetto sarà ridotto) e ESCO ed EGE (che ritengono che sarà marcato). Per entrambi i gruppi, comunque, cogenerazione e fonti rinnovabili saranno impattate più che l’efficienza negli usi finali (più che altro per l’effetto su VAL e intensità energetica che queste soluzioni possono avere). Di interesse il fatto che anche le imprese sarebbero in larga parte favorevoli a un obbligo di certificazione ISO 50001, una delle misure che da sempre FIRE ha proposto per le imprese oggetto di agevolazione, in modo da garantire maggiori investimenti in efficienza nel tempo, a vantaggio sia delle imprese agevolate, sia di quelle escluse, che sarebbero certe che la quota di oneri da esse pagata per finanziare le prime andrebbe a ridursi nel tempo.

3) FIRE è fortemente attiva a livello europeo, essendo coinvolta in numerosi progetti ed eventi. Cosa aspettarsi da queste attività?

Al momento FIRE è coinvolta in tre progetti attivi. EPATEE si occupa di valutazione delle politiche legate all’efficienza energetica ed è dedicato a chi è interessato a verificare gli effetti e l’efficacia delle policy. M-BENEFITS metterà a disposizione tool e strumenti di formazione mirati alla valutazione dei benefici non energetici che si accompagnano agli interventi di riqualificazione energetica. ESI Europe, infine, è dedicato alla messa a punto di contratti EPC con garanzia assicurativa per PMI del settore alberghiero, alimentare e della distribuzione. Si è inoltre concluso da poco il progetto EU-MERCI, che ha prodotto un database di buone pratiche per i principali settori industriali, disponibili per le varie fasi del processo produttivo, e FIRE ha supportato ENEA nel progetto guarantEE, dedicato ai contratti EPC negli edifici ed in particolare ad approcci innovativi e alla formazione di facilitatori.

Il tema della facilitazione della realizzazione e del finanziamento dei progetti è uno di quelli su cui abbiamo investito di più in questi anni. Ai progetti sopra indicati e alle attività svolte tradizionalmente da FIRE sul tema, si aggiungono la partecipazione all’EEFIG (Energy Efficiency Financial Institutions Group), il gruppo di lavoro attivato dalla Commissione europea per promuovere il finanziamento dei progetti di efficienza energetica, e al forum SEI (Sustainable Energy Investment) organizzato in Italia dalla Commissione europea.

FIRE ha inoltre diffuso in Italia il protocollo IPMVP sulla misura e verifica delle prestazioni energetiche, il più utilizzato a livello mondiale, occupandosi della traduzione dello stesso e certificando circa 150 esperti CMVP, e sta collaborando con il consorzio dell’ICP (Investor confidence project), che cerca di promuovere la standardizzazione dei progetti per ridurne i rischi e facilitarne il finanziamento.

Nei prossimi anni FIRE continuerà a cercare di anticipare tendenze e trasformazioni, per offrire ai propri associati strumenti ed opportunità per affrontare le sfide che ci attendono. Il supporto dei soci sarà fondamentale, e confidiamo che possano continuare a sostenerci.

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