di Cesare Boffa
L’anno che sta finendo è stato denso di eventi rilevanti nel mondo della sostenibilità energetica che hanno messo in evidenza, ancora una volta, da un lato la complessità delle possibili soluzioni a livello locale e globale e, dall’altro, l’importanza del ruolo ricoperto dalle figure professionali consapevoli di questa complessità e specificatamente preparate per affrontarla. Mi riferisco in particolare agli Esperti in Gestione dell’Energia, e più in generale agli Energy Managers, figure chiave della green economy e protagonisti della transizione energetica in corso nel nostro ed in molti altri Paesi del mondo.
Zero emissioni di CO2 entro il 2050, un fondo da 35 miliardi di Euro che potrebbe mobilitarne fino a 100 per favorire la transizione energetica dell’industria europea mitigando i costi sociali della decarbonizzazione, un piano energetico con l’Africa, un Carbon Border Adjustment: sono questi alcuni dei punti del “Green Deal” europeo, il maxi-piano per la svolta verde della U.E. appena presentato da Ursula Von Der Leyen.
Non possiamo che essere compiaciuti nel vedere tanto fermento attorno a temi che si rapportano direttamente con l’uso razionale dell’energia, argomento di cui la FIRE ed i suoi associati e simpatizzanti si occupano fin dalla nascita della federazione, avvenuta nel lontano 1987.
Riteniamo comunque che sarà bene non dimenticarci che la realtà non si muove sempre nella direzione ed alla velocità auspicata dagli organismi che ci guidano.
Illuminante, a questo fine, è la lettura dei dati dell’ultima edizione, pubblicata il 13 novembre scorso, del Rapporto World Energy Outlook – WEO 2019 – della IEA, giunto quest’anno alla quarantesima edizione.
Lo scenario, che nelle edizioni precedenti veniva denominato “New Policies Scenario”, viene ora denominato “Stated Policies Scenario” per rendere esplicita l’intenzione di fotografare programmi ed obiettivi annunciati a livello politico senza esporsi sulla loro realizzabilità o su possibili futuri cambiamenti degli stessi.
I dati riportati evidenziano che nel 2018 le emissioni di gas serra a livello mondiale sono ancora aumentate raggiungendo un altro massimo, nonostante gli sforzi messi in atto per contenerle e nonostante un miliardo di persone non abbiano ancora accesso all’energia elettrica.
Sempre nel 2018, la domanda complessiva di energia, di cui si prevedeva un incremento annuale del 1,3%, è invece cresciuta del 2,3%, cioè quasi del doppio.
L’Africa , con un previsto incremento dell’inurbamento di oltre mezzo miliardo di persone nei prossimi 20 anni, paragonabile a quello che si è verificato in Cina nel ventennio 1990-2010 e con il conseguente incremento nella richiesta di materiali da costruzione, di mobilità, di energia elettrica per il condizionamento degli edifici, vedrà una drammatica impennata nella domanda di energia.
Situazioni non molto dissimili si presentano in India e in Cina.
Per far fronte a questo incremento nella richiesta di energia, che si protrarrà nei prossimi anni, è in corso in questi Paesi una competizione feroce tra carbone, gas naturale e fonti rinnovabili, competizione che è destinata anch’essa a protrarsi nel tempo.
In conclusione, lo scenario di sviluppo sostenibile WEO 2019 esteso al 2050 evidenzia come, soprattutto in alcuni paesi del mondo, si sia molto lontani dal raggiungere la sostenibilità, anche nel caso in cui le politiche annunciate venissero attuate e dessero i risultati previsti.
Emerge con chiarezza che non esistono soluzioni semplici per trasformare e rendere sostenibile il sistema energetico a livello globale.
Le trasformazioni, certamente possibili, richiedono interventi complessi, il ricorso a tutte le tecnologie ed il coinvolgimento di tutte le forze economiche e scientifiche disponibili oltre ad una fortissima volontà politica.
L’elemento più importante che in questa situazione può aiutare a muoversi verso uno scenario di sostenibilità è, secondo quanto riportato esplicitamente nel rapporto WEO 2019, una rapida ripresa del trend positivo dei miglioramenti della efficienza energetica (negli edifici, nei processi industriali e nei trasporti) e nella conseguente rapida riduzione della intensità energetica in tutti i Paesi: le competenze e le tecnologie necessarie sono, già da oggi, disponibili.
La razionalizzazione dell’uso dell’energia e l’efficienza energetica rimangono quindi uno degli assi portanti di ogni possibile progresso verso la sostenibilità, asse che deve essere valorizzato per evitare dannosi rallentamenti.
Questa conclusione, che naturalmente ci vede assolutamente concordi, non può che costituire una iniezione di fiducia per quanti operano nel nostro settore ed un incitamento per i più giovani ad indirizzare la scelta della loro professione futura verso l’Energy Management.
Certamente è un buon augurio per l’anno che verrà: buon 2020!