di Stefano D’Ambrosio
In un articolo scritto per la newsletter FIRE si evidenziano i vari modelli di finanziamento a disposizione del settore trasporti per meglio investire in efficienza energetica, piattaforme digitali, sharing mobilita ecc. Una delle barrire riscontrate è che a differenza delle grandi imprese, le PMI hanno notevoli difficoltà, sia di accesso al credito che di autofinanziamento; esse sono fortemente dipendenti dal canale bancario e difficilmente utilizzano strumenti di finanza evoluta.
La sfida che oggi il settore trasporti si pone è quella di cogliere le opportunità offerte dalla tecnologia e dalla finanza per sviluppare e potenziare la mobilità sostenibile costituita da piattaforme digitali, veicoli a fonti alternative e sharing mobility.
Da uno studio condotto recentemente da ASSTRA e Banca Unicredit è emerso che le grandi imprese sono quelle che finora hanno ricevuto i maggiori finanziamenti, il 60% dei quali è stato concesso dalle banche (su un totale di oltre 15 milioni di euro). Il problema è che a differenza delle grandi imprese, le PMI hanno notevoli difficoltà, sia di accesso al credito che di autofinanziamento; esse sono fortemente dipendenti dal canale bancario e difficilmente utilizzano strumenti di finanza evoluta. Esistono in tal senso alternative di finanziamento in crescente applicazione, le principali sono:
Green Bond: il settore del trasporto è quello più finanziato tramite green bond, ossia una tipologia di climate bond certificata green, utilizzata per finanziare progetti che permettano di ridurre le emissioni inquinanti. I progetti eleggibili per emissioni di green bond sono diversi, ma prevalentemente nel settore ferroviario: materiale rotabile per le ferrovie, elettrificazione delle linee ferroviarie, trasporto rapido di massa (metropolitana e ferrovie suburbane), veicoli elettrici e ibridi con relative infrastrutture di ricarica, l’ampliamento di stazioni e l’estensione della metropolitana.
Mini Bond: sono dei titoli obbligazionari con scadenza superiore ai 3 anni, possono essere emessi da imprese italiane non quotate in borsa. Il loro importo massimo è pari a 500 milioni di euro, quindi sono adatti a investimenti di taglia medio-piccola, quali per esempio il rinnovo del parco mezzi (autobus) e per la digitalizzazione dei trasporti. Questo è un canale di finanziamento dedicato ad aziende di piccole dimensioni, con un fatturato compreso tra i 2 e i 50 milioni di euro.
Project Financing: è una modalità di finanziamento molto diffusa, soprattutto in Europa, per la realizzazione di infrastrutture di trasporto. Gli investimenti sono molto rilevanti, superiori a 20-30 milioni di euro. Il successo del finanziamento è legato alla capacità del progetto stesso di generare durante la sua vita un cash flow sufficiente a ripagare l’investimento effettuato e remunerare l’investitore. Allo stesso tempo, in questo settore c’è la difficoltà di stimare i flussi di cassa generabili nella vita utile del progetto, poiché connessi a politiche di mobilità pianificate a livello locale. Un quadro normativo stabile, come nel caso del Fondo Nazionale Trasporti, può facilitare il finanziamento di investitori privati, ma è necessario anche snellire l’iter autorizzativo. Il proiect financing può essere una soluzione interessante per le società miste, in parte pubbliche e in parte private. Gli enti pubblici che hanno limiti di spesa, possono registrare il debito per realizzare il progetto off balance (fuori bilancio), assumendo il rischio di traffico e trasferendo a soggetti privati i rischi di costruzione e di performance.
Project Bond: sono delle obbligazioni di scopo, sottoscritte da investitori istituzionali che possono essere emesse solo da alcune società che realizzano un’infrastruttura di pubblica utilità e il cui flusso di cassa ripaga l’investimento nella vita utile del progetto.
Leasing: è uno degli strumenti finanziari più utilizzati dalle aziende di trasporto pubblico locale, che può essere utilizzato sia per beni mobili che immobili, e per breve o lungo termine. Il vantaggio più immediato è quello di avere la disponibilità del bene senza un elevato investimento iniziale, personalizzando il contratto in base alle necessità dell’azienda. Esistono differenti tipologie di leasing, di interesse per le aziende di trasporto si ha il leasing targato, utile per il rinnovo dei mezzi di trasporto; il leasing strumentale, utile per la digitalizzazione dei sistemi di trasporto; il leasing immobiliare, per beni immobili come uffici, parcheggi, etc. ed anche l’energy leasing utile per la riqualificazione energetica degli edifici.
Ad oggi tra i canali di finanziamento più utilizzati ci sono i Fondi Strutturali Europei, e lo saranno presumibilmente anche per i prossimi anni. Si consideri che circa l’80% delle risorse stanziate per il periodo 2017-2020 sono destinate all’acquisto di materiale rotabile per un importo di circa 570 milioni di euro.
Infine, ci sono da considerare anche le agevolazioni fiscali dell’iper ammortamento al 150% e del super ammortamento al 30%, messe a disposizione del Ministero dello Sviluppo Economico per supportare ed incentivare le imprese che investono in beni materiali e immateriali (software e sistemi IT) funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale secondo i criteri dell’Industria 4.0.
Questi e ed altri argomenti attinenti al settore dei trasporti saranno ripresi e approfonditi con gli esperti del settore nel convegno “Enermanagement Trasporti” organizzato da FIRE che si terrà il 23 ottobre a Bologna.