L’efficienza energetica nei consorzi di bonifica

di Livio De Chicchis

Un settore di cui spesso si parla poco in tema di efficienza energetica è quello dei consorzi di bonifica, dove la barriera principale alla realizzazione di interventi di efficientamento è quella economica. Per questo nell’ultimo periodo alcune Regioni, tra le quali il Lazio, hanno dedicato dei bandi all’interno del programma Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (POR-FESR) per il finanziamento di progetti ad hoc. L’argomento è stato affrontato in un articolo a firma di Livio De Chicchis pubblicato su Qualenergia.

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Un settore di cui spesso si parla poco in tema di efficienza energetica è quello dei consorzi di bonifica. Sotto questa definizione ricadono quegli enti che hanno il compito di implementare e curare opere di difesa idraulica del territorio e di gestione delle acque a prevalente uso irriguo, e garantire la salvaguardia ambientale. Tra le principali attività di bonifica vi sono gli impianti idrovori, che provvedono al sollevamento meccanico delle acque per assicurare un adeguato scolo delle parti basse del territorio, e gli irrigui che hanno il compito di distribuire l’acqua all’interno dell’area servita attraverso una serie di condotte. Questa eterogeneità delle loro attività porta spesso a una classificazione per codici ATECO differenti (li si trova indifferentemente nel settore industriale, agricoltura e terziario), tema sul quale sarebbe auspicabile una maggiore standardizzazione. Per la loro funzione, i consorzi sono quindi caratterizzati da impianti di dimensioni notevoli che servono vaste aree irrigue, comportando elevati consumi energetici con i relativi costi.

Concentrando l’attenzione proprio sugli aspetti energetici, dalle nomine pervenute alla FIRE nell’anno 2020 si evince come abbiano nominato un energy manager 36 consorzi di bonifica, che cubano un totale di 88 ktep di energia primaria in relazione ai consumi del 2019. La distribuzione geografica dei soggetti nominanti è riportata nel grafico seguente, con una prevalenza di consorzi ubicati nell’Italia settentrionale.

Come in tutti i contesti, anche per i consorzi di bonifica il primo passo per una corretta gestione dell’energia è la realizzazione di una diagnosi energetica. Questo è un passaggio fondamentale per mappare i consumi energetici degli impianti, acquisendone adeguata consapevolezza, e individuare possibili aree di intervento, sia di tipo impiantistico che gestionale, per la riduzione dei costi.

La spesa energetica dei siti è per la maggior parte legata all’energia elettrica per alimentare i sistemi di pompaggio. Laddove vi siano impianti idrovori, in genere i maggiori assorbimenti di energia elettrica si concentrano tra i mesi di novembre e febbraio, stagioni che presentano una maggiore intensità di piogge. Gli impianti irrigui, al contrario, registrano picchi di consumo nei mesi estivi. Nella figura seguente sono mostrati gli andamenti dei consumi per due impianti tipo:

I consumi termici e frigoriferi sono in genere limitati agli edifici eventualmente presenti all’interno dell’area, ma rappresentano una percentuale minima del totale.

Questa ripartizione dei consumi energetici si riflette inevitabilmente sui possibili interventi di efficientamento da realizzare nei consorzi di bonifica, con la riqualificazione delle stazioni di pompaggio che risulta così l’intervento principale. Un’azione di questo tipo comprende in genere l’installazione di nuove pompe più performanti, abbinate a motori elettrici ad alta efficienza. Al fine di ottimizzare la gestione dell’impianto, sono molto importanti i sistemi di monitoraggio/telecontrollo, che possono permettere una miglior regolazione in base alle necessità, un costante controllo del regolare funzionamento e interventi più rapidi in caso di malfunzionamenti (o, meglio ancora, l’attivazione di pratiche di manutenzione preventiva e predittiva). A seconda della presenza o meno di un volume di accumulo a valle delle pompe, tipicamente si prevedono soft start (che permettono un avvio graduale del motore, riducendo l’assorbimento allo spunto e quindi le sollecitazioni elettriche e meccaniche, allungando così la vita dei motori) o azionamenti a velocità variabile (che consentono di regolare la velocità di rotazione e quindi la portata e la pressione dell’acqua pompata, riducendo i consumi, i cicli di accensione/spegnimento e le sollecitazioni delle condotte). Con misure come queste, oltre al risparmio energetico è possibile abbattere i costi manutentivi degli impianti, beneficio non energetico da non trascurare negli studi di fattibilità.

Dopo aver valutato le opzioni per ridurre il consumo energetico del sito, è opportuno considerare la possibilità di utilizzare fonti di energia rinnovabile, fotovoltaico su tutte, per coprire parte del consumo elettrico; la contemporaneità tra produzione e utilizzo dell’energia si verifica però solo in alcuni siti. L’allacciamento in media tensione dei siti potrà rendere questo intervento interessante per un maggior numero di siti a valle della trasposizione della direttiva rinnovabili (2018/2001).

In un settore come questo, è evidente come la barriera principale alla realizzazione di interventi di efficientamento sia quella economica, e pertanto nell’ultimo periodo alcune Regioni, tra le quali il Lazio, hanno dedicato dei bandi all’interno del programma Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (POR-FESR) per il finanziamento di progetti di efficientamento energetico nei consorzi di bonifica. Un intervento “a costo zero” è invece l’ottimizzazione dell’acquisto di energia elettrica da parte dei consorzi, per abbattere i costi dell’energia cogliendo le opportunità offerte dal mercato libero. Per questo, venti anni fa è nato, su iniziativa di alcuni consorzi di Bonifica, il CEA (Consorzio Energia Acque), consorzio d’acquisto che ha lo scopo di uniformare le procedure di acquisto per spuntare tariffe più competitive.

Nell’ambito dell’efficienza energetica, FIRE supporta vari consorzi e gli energy manager del settore con diverse iniziative locali. Inoltre, ha collaborato con ANBI Lazio all’organizzazione e supervisione di alcune attività di diagnosi, che hanno evidenziato importanti potenziali di risparmio energetico, dovuti anche alla vetustà della maggior parte degli impianti che risalgono per lo più alla prima metà del secolo scorso. Grazie a queste e ad altre iniziative, i consorzi di bonifica possono configurarsi come parte attiva nella sempre più attuale transizione ecologica, coniugando la loro attività polifunzionale, mirata alla sicurezza territoriale e ambientale del Paese, con uno sviluppo economico sostenibile.

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Una risposta a L’efficienza energetica nei consorzi di bonifica

  1. GREGORIO MARIO Eboli dice:

    Volevo segnalare.
    In Prov F. R.
    Realizzato impianto Fotovoltaico
    Fondi Regionali.
    Lasciato in abbandono da oltre 5 anni.

    Mai allacciato alla rete.