Efficienza energetica e Industria 4.0: benefici e barriere per le imprese

di Livio De Chicchis

Le due missioni principali di cui si compone il nuovo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per le quali verranno allocati circa 100 miliardi di euro di fondi del programma Next Generation EU, sono “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura” e “Rivoluzione verde e Transizione Ecologica”. Partendo da ciò, e restringendo il campo rispettivamente alla digitalizzazione e all’energia, può essere interessante capire qual è l’impatto dell’adozione dei sistemi collegati alla quarta rivoluzione industriale sull’efficienza energetica delle imprese, nonché il livello di integrazione delle varie politiche che favoriscono l’incremento dell’efficienza stessa.

L’articolo di Livio De Chicchis sul tema apre la newsletter FIRE di fine aprile.

 

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Le due missioni principali di cui si compone il nuovo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per le quali verranno allocati circa 100 miliardi di euro di fondi del programma Next Generation EU, sono “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura” e “Rivoluzione verde e Transizione Ecologica”. Partendo da ciò, e restringendo il campo rispettivamente alla digitalizzazione e all’energia, può essere interessante capire qual è l’impatto dell’adozione dei sistemi collegati alla quarta rivoluzione industriale sull’efficienza energetica delle imprese, nonché il livello di integrazione delle varie politiche che favoriscono l’incremento dell’efficienza stessa.

FIRE ha di recente affrontato queste tematiche grazie ad uno studio, svolto per conto di RSE (Ricerca sul Sistema Energetico) nell’ambito della Ricerca di Sistema.
Il campione preso in esame è composto da energy mana- ger appartenenti al settore industriale (compreso manifattura e forniture di energia) i cui contributi sono stati raccolti attraverso un’indagine e, a complemento, attraverso alcuni casi studio di approfondimento.

La prima parte dell’analisi è stata focalizzata sull’efficienza energetica delle imprese. È emerso che le barriere che ostacolano la realizzazione degli interventi sono principalmente legati ad una limitata redditività degli investimenti ed una scarsa priorità dell’energia rispetto al core business in fase di proposta e decision making. Uno strumento potente per affrontare nel modo corretto entrambi gli aspetti è la valutazione dei benefici multipli degli interventi, tematica sviluppata da FIRE nell’ambito del progetto europeo M-Benefits (se ne parlerà nella conferenza finale che verrà tenuta in modalità webinar il prossimo 11 maggio).

Per le piccole imprese, una barriera aggiuntiva è la difficoltà diffusa ad accedere al finanziamento di terzi, unica via in alcuni casi per poter realizzare l’intervento.
La seconda parte dello studio si è concentrata sull’ambito dell’Industria 4.0. Negli ultimi anni il tema è stato al centro dell’attenzione nel nostro Paese anche grazie alle agevolazioni introdotte con il pacchetto Industria 4.0 dal Ministero dello sviluppo economico nel 2016, ora evoluto in Piano Nazionale Transizione 4.0. Come indicato in precedenza, il driver dell’analisi è stato capire quanto l’adozione di un sistema 4.0 possa favorire l’efficienza energetica nel settore industriale. Facendo riferimento al campione coinvolto nell’indagine, tra coloro i quali non hanno ancora realizzato interventi di digitalizzazione emerge grande fiducia nella correlazione di questi due ambiti, mentre tra chi l’ha fatto ed ha avuto quindi la possibilità di valutare gli effetti i pareri sono più contrastanti, pur prevalendo sempre una visione positiva in più della metà dei rispondenti.

Coloro i quali (quasi il 60% del totale) hanno riscontrato un’influenza della digitalizzazione sui consumi energetici hanno in particolare sottolineato i benefici di un monitoraggio potenziato tramite l’interconnessione dei sistemi e la presenza di software di analisi, il che garantisce risparmi energetici consistenti.

I consumi termici in genere decrescono grazie all’installazione di tecnologie 4.0, nella maggior parte dei casi in misura inferiore al 5% del totale. L’impatto sui consumi elettrici è invece più incerto. Se da un lato, ed è la prevalenza dei casi, si registrano decrementi soprattutto grazie all’efficienza energetica realizzata, ci sono situazioni, soprattutto in contesti nei quali si ha già un buon livello di efficientamento, nelle quali l’aggiunta di nuovi componenti comporta un leggero incremento dei consumi. Questo si verifica soprattutto nel campo dell’automazione e dell’introduzione di robot.

Relativamente alle criticità che ostacolano l’implementazione degli interventi 4.0, la principale è in comune con l’efficienza energetica ed è relativa ai costi di investimento, a causa sia di limiti di budget che di difficoltà nei tempi di rientro della spesa. Accanto a questa si registra spesso una scarsa comprensione delle potenzialità di questo tipo di interventi, dovuta alla mancanza di competenze adeguate all’interno delle aziende. La capacità di aggredire queste barriere, ad esempio razionalizzando gli strumenti di sostegno per le tecnologie e le competenze, consentirebbe di posare una tessera per la composizione del grande mosaico del Recovery Plan.

Lo studio, consultabile e scaricabile liberamente al seguente link, si inserisce all’interno della più ampia monografia redatta da RSE, disponibile qui.

 

 

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