Catena del freddo, efficienza energetica e competitività aziendale: tre strade strettamente correlate

di Valeria Caso e Daniele Forni

La riduzione dei consumi nella catena del freddo è un tema che non può essere affrontato in modo unidirezionale, ma deve avvalersi di un approccio olistico che consente di analizzare la catena del freddo non più dalla prospettiva della singola azienda ma focalizzandosi sui diversi anelli che la compongono, in modo da attuare misure di ottimizzazione rivolte non soltanto alle singole imprese ma all’intero processo.

Il tema è trattato nell’articolo di apertura della newsletter FIRE di metà febbraio.

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Nella società in cui viviamo la catena del freddo alimentare riveste un ruolo di notevole importanza in quanto assicura la continua disponibilità di alimenti (solitamente deperibili), mantenendo integre le caratteristiche organolettiche originarie del prodotto grazie ad una conservazione che avviene a basse temperature. Quello del freddo è un settore fondamentale per la società, basti pensare alla recente necessità di conservare i vaccini anti Covid a temperature adeguate.

Nello specifico, la catena del freddo comprende l’insieme dei processi che vanno dalla produzione e lavorazione fino alla conservazione e distribuzione del prodotto finito, garantirne la qualità lungo l’intero ciclo comporta consumi energetici elevati: con riferimento specifico all’Unione Europea, il 25% dei consumi energetici totali è imputabile al settore alimentare con un coinvolgimento di circa 300.000 società, pertanto, intervenire in questo ambito può risultare determinante anche per il raggiungimento degli obiettivi di efficienza e decarbonizzazione sia nazionali che europei.

La riduzione dei consumi nel settore è un tema che non può essere affrontato in modo unidirezionale, ma deve avvalersi di un approccio olistico che consente di analizzare la catena del freddo non più dalla prospettiva della singola azienda ma focalizzandosi sui diversi anelli che la compongono, in modo da attuare misure di ottimizzazione rivolte non soltanto alle singole imprese ma all’intero processo. Questa necessità è alla base di uno dei progetti – ICCEE (Improving Cold Chain Energy Efficiency) – di cui FIRE è partner e che si rivolge alle Piccole Medie Imprese (PMI) operanti nel settore della catena del freddo alimentare per incentivarle ad adottare tecniche finalizzate allo sviluppo dell’efficienza energetica lungo l’intera filiera. Uno dei primi prodotti messi a punto da ICCEE è un tool, disponibile a breve sul sito web del progetto (www.iccee.eu),  per l’ottimizzazione delle misure di efficienza energetica in ogni fase della catena del freddo ed una piattaforma online pensata per stimolare l’incontro tra i vari stakeholder.

Nello specifico, il tool, consentirà di effettuare analisi di benchmark, di eseguire analisi di tipo costi-benefici relative agli interventi di efficienza energetica messi in atto lungo la catena del freddo ed aiuterà a comprendere la rilevanza dei benefici non energetici derivanti dalle misure intraprese. Questi ultimi si possono tradurre ad esempio in vantaggi legati ad un maggiore comfort per dipendenti e clienti o a minori costi di manutenzione, maggiore qualità, etc., elementi che possono risultare determinanti nella decisione di intraprendere o meno l’investimento.

È in fase di sviluppo anche la piattaforma Industrial Informative Network (IIN), la quale nasce con l’intento di diffondere ulteriormente la cultura energetica all’interno delle aziende e di facilitare la comunicazione tra i vari attori del mercato ovvero tra clienti e fornitori di tecnologie divenendo così una piattaforma di dialogo tra gli esperti del settore. Tra gli altri obiettivi, andrà a stimolare e promuovere l’efficienza energetica attraverso la realizzazione di manuali ed opuscoli sugli sviluppi sia legislativi che tecnici riguardanti la catena del freddo e la creazione di banche dati di riferimento tramite cui le imprese possano valutare le proprie prestazioni energetiche. Infine, ha il compito di assistere gli utenti sulle azioni da intraprendere in campo energetico con l’obiettivo di poter ridurre i consumi energetici tramite un’accurata analisi dei dati ricavati in fase di audit energetico.

Per sensibilizzare il personale tecnico su tale tematica (a cui non sempre viene dato il giusto rilievo in quanto persiste ancora una scarsa comprensione del potenziale dell’efficienza energetica in tale settore e dei vantaggi economici che ne potrebbero conseguire), sono state avviate due edizioni del corso on line (ad accesso gratuito) “L’efficienza energetica nella catena del freddo: benefici e prospettive per l’industria alimentare” . La larga adesione alle due edizioni di professionisti che operano nella catena del freddo fa intendere che l’esigenza di aggiornarsi sulle tematiche appena descritte è alta e ciò non può che farci piacere in quanto come Federazione uno dei nostri obiettivi primari è supportare le imprese nella crescita verso una maturità in termini di efficienza energetica e sostenibilità.  Per chi fosse interessato una terza edizione del corso è in programma per il 12 marzo.

Gli obiettivi contemplati dal progetto ICCEE, che, ricordiamo, nasce nell’ambito del programma Horizon 2020, sono molto ambiziosi, ma è indubbio che misure di efficientamento energetico possono comportare, in aggiunta agli evidenti risparmi energetici, benefici non-energetici per niente trascurabili, anche incremento di competitività, riduzione degli interventi di manutenzione e miglioramento dell’ambiente di lavoro.

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