Come sta influendo il caro bollette sulle aziende? Abbiamo chiesto a quattro soci FIRE un commento sulle problematiche che stanno affrontando in questo periodo e su ciò che pensano delle misure messe in atto.
Ringraziamo per il contributo
Deborah De Angelis, Energy Manager – Cristoforetti
Daniele Mandarino, Energy Manager – AZ spa
Carlo Olivo, Esperto in Gestione dell’Energia – Betasint S.r.l.
Davide Mariani – EGE SECEM settore civile ed industriale
Michele Barbone – EGE SECEM settore civile ed industriale
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Deborah De Angelis, Energy Manager – Cristoforetti
“Gli interventi del Governo rifinanziano le misure messe in campo già negli ultimi trimestri per calmierare i prezzi del gas naturale: oneri di sistema portati a zero e abbassamento della aliquota Iva su gas al 5%. Ma a beneficiarne sono solo i consumatori diretti di gas. Chi ha sottoscritto un contratto di “Servizio Energia” si trova a dover sostenere una aliquota IVA intera pur avendo, paradossalmente, scelto una modalità di gestione che premia l’efficienza energetica. Lo spread economico che viene a generarsi porta ad una triplicazione del prezzo dell’energia rispetto ai valori del primo trimestre 2021 e ad una disparità di trattamento per le ESCo rispetto alle società di vendita della commodity.”
Daniele Mandarino Energy Manager – AZ spa
Gli stanziamenti previsti dal decreto sostegno, anche se di ampia portata, purtroppo risultano insufficienti a fronteggiare l’attuale emergenza per alleggerire il costo dell’energia che dovranno sostenere le aziende.
Se il prezzo dell’energia dovesse continuare l’attuale trend, nonostante le misure di contenimento già adottate dal Governo, la nostra azienda, (operante nella GDO), dovrà sostenere un aumento del 131% del prezzo totale in bolletta, passando da €134 euro a MWh del 2021 a €310 a MWh nel 2022 (la sola componente energia è aumentata del 386%, da €49 nel 2021 all’attuale €230 a MWh registrato da inizio anno).
Per dare un idea delle ripercussioni che tutto ciò avrà sul conto economico aziendale, la riduzione degli oneri di sistema del 1° trimestre varata dal Governo, ridurrà il costo in bolletta di circa €400.000 che impatterà solo del 6% sull’aumento che dovremmo sostenere nell’anno, pari a circa €6.500.000 in più rispetto al 2021, un deficit pesante da sostenere per il bilancio aziendale!
Attendiamo interventi maggiormente significativi da parte de Governo e comunque un prolungamento della riduzione degli oneri di sistema per tutto il 2022
Ps. Una nota negativa al decreto: attualmente stanno beneficiando della riduzione degli oneri di sistema anche le aziende che sono nel mercato libero e hanno stipulato nel corso del 1° semestre 2021 un offerta a prezzo fisso per il 2022, cioè quando i prezzi del mercato elettrico erano al di sotto degli €70 a Mwh.
Carlo Olivo Esperto in Gestione dell’Energia – Betasint S.r.l.
Ancora all’esame della Corte dei Conti – al momento in cui viene scritto il presente commento – il decreto caro bollette rappresenta lo strumento più efficace per intervenire in modo immediato sugli effetti causati dai rialzi del bene energia. Oltre lo stanziamento per l’azzeramento delle aliquote relative agli oneri generali di sistema per utenze fino a 16,5 kW e Pubblica Illu- minazione, la riduzione dell’IVA – che una volta per tutte sarebbe opportuno venisse disap-plicata sull’imposta provinciale – il decreto finalmente appare come una “chiamata alle armi” nel settore della produzione energetica. Nella bozza ancora in esame, infatti, trovano spazio oltre alla semplificazione amministrativa per la realizzazione degli impianti fotovoltaici per potenze fino a 200 kWp, anche l’utilizzo anche di strutture afferenti al Ministero della Difesa e delle Reti ferroviarie per la realizzazione di impianti di produzione da fonte rinnovabile. C’è spazio anche per un incentivo da 267 milioni di euro in conto capitale per incentivare le PMI alla realizzazione di impianti per l’autoconsumo e per un ulteriore credito d’imposta per le imprese delle Regioni ex Area Obiettivo 1 (Regioni del Sud). Nel medio termine appare intelligente l’apertura gli stakeholder per il migliore sfruttamento della coltivazione di gas naturale e del geotermico a circuito chiuso. Oggi più che mai, con il conflitto scatenato in Ucraina, l’autonomia energetica diventa questione di sopravvivenza prima che di competitività.
Davide Mariani – EGE SECEM settore civile ed industriale
Michele Barbone – EGE SECEM settore civile ed industriale
Il Decreto Legge Sostegni Ter introduce ed attua una serie di misure per l’emergenza Covid, oltre ad alcune misure per contrastare il cosiddetto “caro bolletta”.
I motivi del caro bolletta ormai li conosciamo e sono diversi: dalla crisi del prezzo del gas, all’aumento dei prezzi d’asta delle quote di emissione di CO2, passando per il meccanismo di formazione dei prezzi del Prezzo Unico Nazionale (PUN) tramite il System Marginal Price (SMP) che sotto pressione ha messo in luce tutti i suoi difetti in uno scenario come quello odierno. La lodevole iniziativa del Governo, seppur tardiva rispetto ad una crisi già in atto dallo scorso anno, ha ridotto alcune tariffe presenti in bolletta attuando una serie di misure dalla “coperta corta”: riduzione degli oneri, maturazione di crediti d’imposta per le imprese energivore e tassazione degli extra profitti delle rinnovabili.
Tali riduzioni utili nel brevissimo periodo, non devono essere una un’attenuante per perdere di vista il momento storico ed attuare una riforma strutturale del settore: dal mercato dell’energia fino al meccanismo della formazione dei prezzi diversificandoli per fonte ed eventualmente rivedendo anche l’attuale SMP.
Maggiore impulso agli interventi di efficienza energetica e alle rinnovabili, attraverso una legislazione e una burocrazia più snella e continua attenzione alle comunità energetiche sono le uniche strategie, che permetteranno nel breve e nel lungo periodo, di conseguire benefici economici, ambientali e sociali.